Il Nero d’Avola è sicuramente il più famoso vitigno siciliano a bacca rossa, e uno dei più diffusi in tutta l‘Isola. Con oltre 15.000 ettari di superficie vitata, rappresenta oggi circa il 16% del Vigneto Sicilia e 50 milioni di bottiglie prodotte.
Il termine “Calabrese” risulta dall’italianizzazione della parola composta “calaulìsi”: “calea” (uva in siciliano antico) e “aulìsi” (ossia originaria di Avola); il Nero d’Avola si è diffuso poi in tutta la Sicilia, grazie al suo carattere flessibile che gli consente di adattarsi alle diverse condizioni del clima Mediterraneo.
A partire dalla vendemmia 2016, il vitigno Nero d’Avola può essere indicato in etichetta solo per i vini DOC e DOCG. (Insieme al Frappato nella DOCG).
Il Nero d’Avola è un vitigno vigoroso e generalmente molto produttivo; molto sensibile sia all’estrema umidità che alla siccità. I grappoli, di dimensioni medie e spesso non molto compatti, presentano acini ovoidali con una buccia blu-nera: maturano tra la fine di agosto e la prima metà di settembre, a seconda dell’altitudine dei vigneti e delle variazioni climatiche locali.
I biotipi
Tre principali biotipi che appartengono tradizionalmente a diverse parti della Sicilia.
Biotipo A si trova in prevalenza nelle zone interne delle province di Agrigento e Caltanissetta, è il più strutturato, sviluppa alti livelli di alcol, generalmente acidità elevate e un palato ampio e fruttato con sentori di ciliegia e bacche rosse.
Biotipo B coltivato soprattutto nella Sicilia occidentale, offre un profilo aromatico più fresco: è caratterizzato da moderati livelli zuccherini risultanti in un corpo più snello e in sensazioni tanniche più miti, che definiscono vini non invadenti e molto facili da bere.
Biotipo C più diffuso nel sud-est della Sicilia, è il più speziato e astringente: dall’intenso palato caratterizzato da frutti a bacca rossa, è probabilmente il più adatto a lunghi affinamenti in legno.