La prima citazione sembra risalire al 1873 (A. Alagna-Spanò) e successivamente in una relazione tenuta da Abele Damiani nel 1885 sulla viticoltura dell’area di Trapani. Il Damiani dichiara che l’elenco delle varietà che riporta gli è stato fornito dal barone Antonio Mendola di Favara e pertanto appare strano come questo vitigno non sia presente nella collezione del noto ampelografo, né nell’elenco delle varietà siciliane preparato, nel 1884, dallo stesso Autore.
Il vitigno non è citato tra quelli coltivati in provincia di Trapani (1886), è assente nella Monografia di Frojo (1871) che elenca 35 vitigni coltivati in Sicilia, né viene citato fra quelli utilizzati per la produzione del marsala (1890). Cerletti (1892), in un rapporto sulla produzione del Marsala, non riporta il Grillo tra le uve acquistate di preferenza dagli industriali del Marsala, mentre il vitigno è citato in un incontro tenutosi a Conegliano Veneto nello stesso anno, sul vino marsala. Il Mondini (1893), nella relazione sulla viticoltura in Sicilia, riporta per la produzione dei vini marsala solo due vitigni, il Catarratto e l’Inzolia.
È comunque certo che dalla fine del XIX secolo, con i reimpianti post filloserici, in sostituzione del Catarratto bianco, rivelatosi meno produttivo nell’area del Marsala, il vitigno assume una sempre più significativa presenza ed importanza nella viticoltura siciliana e in particolare nella provincia di Trapani.
Il Paulsen (1909) studia il comportamento del Grillo innestato su diversi portinnesti, lo considera una varietà di pregio ed importante per il territorio di Marsala e riferisce che è coltivato in provincia di Trapani e di Messina. Il Murania (1911) lo cita tra le varietà coltivate nell’agro di Castelvetrano. Nel rapporto del Ministero (1923), su “Notizie e Studi sui vini Italiani”, la varietà viene riportata per le province di Trapani e di Girgenti..
Studi molecolari hanno dimostrato che il Grillo è frutto di un incrocio tra Catarratto bianco e Zibibbo o Moscato di Alessandria (Di Vecchi Staraz et al., 2007)
«….ibridai il catarratto comune collo zibibbo, per ottenere un ibrido colle virtù miste dell’uno e dell’altro progenitore»
«…un vitigno in grado di Conferire maggiore struttura e aromaticità al marsala,…… per potere fabbricare un marsala più aromatico»
Variabilità intravarietali
Biotipo A: grappolo mediamente compatto, maggiore acidità, minore ph, aromi più agrumati e tropicali.
Biotipo B: grappolo spargolo, maggiori valori nei mosti per titolo zuccherino e ph, acidità più contenuta. Dona un vino di maggiore struttura caratterizzato da descrittori di frutta matura e di spezie